Documento precari FLC CGIL Cremona

02.04.2013 13:13

Coordinamento Precari  FLC CGIL Cremona

 

In questi giorni  abbiamo osservato come la discussione sugli organici del personale della scuola avrebbe dovuto tenere in debito conto della necessità di dare consistenza a quell'organico funzionale che è stato introdotto ormai un anno fa ma senza risorse aggiuntive.

Come Coordinamento Precari sosteniamo :

 

  1. L’ Aumento dell’ Organico per il Sostegno

Risale infatti a pochi mesi fa L'impegno del Ministero per l'inclusione Scolastica cioè quello di mantenere  il rapporto 1 a 2 tra docenti per il sostegno e alunni con disabilità

Il numero degli alunni con disabilità per l’anno scolastico 2011/2012, è stato di

215. 590. Nell’anno scolastico 2010/2011 erano 208.521.

Dall’andamento relativo alle certificazioni di disabilità si rileva e queste sono aumentate, dall’a.s. 2000/2001 all’A.S. 2010/2011, del 51%, passando dai 126.994 dell’a.s. 2000/2001 ai 208.521 dell’a.s. 2010/2011.

Gli insegnanti per il sostegno che, nell’a.s. 2010/2011, hanno raggiunto le 96.089 unità (nella sola scuola statale), pari al 12,1% del personale docente, nell’anno scolastico 2011/2012, sono oltre 98.000, con una percentuale del 12,8% rispetto all’intero corpo docente.

Per quel rapporto di un docente ogni due alunni disabili la legge ha previsto, a cominciare dal 2008-09, opportune compensazioni tra province diverse.

Oggi siamo al quinto anno di attuazione di quella norma e resta squilibrato il rapporto sul territorio. Ebbene, ancora  in questo anno scolastico vi sono situazioni regionali estreme che dimostrano come l’obiettivo del rapporto di due alunni per ogni docente di sostegno sia praticamente ignorato o, comunque, ben lontano dall’essere conseguito. Hanno infatti un rapporto poco favorevole e al di sopra della media nazionale proprio regioni come la Lombardia (rapporto 2,6) quindi quasi un docente ogni 3 alunni .

Inoltre, la legge finanziaria 2008 ha stabilito che il 70% dei posti di sostegno sia in organico di diritto. In realtà ancora oggi sono intorno al 50% i posti di sostegno stabili  in  Lombardia.

 

  1. LA COSTITUZIONE DI UNA SUB GRADUATORIA NAZIONALE PER FAVORIRE L’ASSORBIMENTO E LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI DELLE GAE.

UNA GRADUATORIA CHE :

  • GARANTISCE L’ACCESSO AL RUOLO DI PERSONALE CON MAGGIORE PUNTEGGIO ( ESPERIENZA )
  • INCLUDE AUTOMATICAMENTE TUTTI GLI ASPIRANTI DELLE VARIE PROVINCE SULLA BASE DEL PUNTEGGIO E DELLE EVENTUALI PRECEDENZE
  • LA SI UTILIZZA IN CASO DI ESURIMENTO DI QUELLA PROVINCIALE PER IL CORRISPONDENTE POSTO / CLASSE DI CONCORSO

-     CONSENTE A COLORO CHE HANNO IL PUNTEGGIO MAGGIORE DI OCCUPARE LE CATTEDRE CHE RIMANGONO VUOTE DOPO LA NOMINA DELLE LISTE PROVINCIALI

  • LA RINUNCIA ALLA PROPOSTA DI ASSUNZIONE DALLA GRADUATORIA NAZIONALE COMPORTA LA CANCELLAZIONE DALLA STESSA RESTANDO SOLO NELLA GRADUATORIA PROVINCIALE 
  1. l'attivazione dell'ufficio tecnico (ovviamente uno per ciascuna istituzione scolastica) già in organico di diritto e non solo nel fatto.

CIò al fine di assorbire gli esuberi dei tanti docenti di laboratorio ITP rimasti senza cattedra ed al tempo stesso la nomina degli ITP precari anche prevedendo per questa tipologia di docenti delle graduatorie con macro-aree in cui inserire tutti gli itp già abilitati attraverso gli ultimi corsi speciali e inseriti nelle GAE ma senza possibilità di nomina a seguito dei tagli e delle soppressioni previsti per i laboratori dalla riforma Gelmini.

  1. Il ripristino delle ore di laboratorio con la presenza degli ITP nei Licei, Tecnici e  Professionali

Licei

Il Liceo di Scienze applicate è sicuramente un percorso tra i più interessanti della nuova riforma: come si evince infatti dall'art. 8 del regolamento recante “Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei”, l'opzione Scienze Applicate (si cita testualmente) guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità ed a maturare le competenze necessarie per seguire lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica e per individuare le interazioni tra le diverse f orme del sapere, assicurando la padronanza dei linguaggi, delle tecniche e delle metodologie relative, anche attraverso la pratica laboratoriale.

Nonostante le esplicita citazione alle attività di laboratorio, tale corso è in realtà penalizzato dalla mancanza di ore espressamente dedicate all'attività pratica, come si può vedere dal quadro orario messo a punto proprio con la recente riforma. Il Liceo non prevede infatti, la compresenza di insegnanti tecnico pratici (ITP), figura professionale dedicata completamente alla preparazione, pianificazione e valutazione delle esperienze pratiche di laboratorio, attività per la quale è richiesta apposita formazione.

Tale tipologia di insegnanti sono invece presenti presso gli Istituti Tecnici e Professionali ove svolgono le funzioni fondamentali connesse con i vari laboratori e, per alcune materie, sono insegnanti indipendenti.

Secondo il citato regolamento, le attività di laboratorio sono relegate nell'area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato. In pratica, il legislatore vorrebbe che la scuola stessa si facesse carico, attraverso progetti appositi, magari affidati ad esterni, dell'attivazione delle attività laboratoriali: per ovvie ragioni, questo non viene f atto ed i molti laboratori scientifici presenti in importanti e prestigiosi Licei rimangono deserti.

In un corso che prevede espressamente la pratica di laboratorio, tali attività dovrebbero essere di primaria importanza!

La mancanza dell'Insegnante Tecnico Pratico si traduce quindi in una mancata frequentazione dei laboratori da parte degli alunni. Non è nemmeno possibile che un solo insegnante (il titolare della cattedra di Scienze) possa condurre -da solo- un'intera classe (magari di 25-30 alunni) in un' aula dove sono presenti strumentazioni delicate, vetreria e sostanze potenzialmente pericolose. La presenza di due docenti infatti, ha anche il compito di garantire una maggiore sorveglianza e sicurezza per i ragazzi.

L'insegnante teorico inoltre, dovrebbe approntare l'esperimento, preparare gli strumenti, compiere i passaggi e f are tutto ciò che è connesso con l'attività laboratoriale, mentre gli alunni aspettano che tutto sia pronto: chiunque abbia un minimo di esperienza di insegnamento scientifico sa che tale situazione è difficilmente gestibile. Per tale motivo, le attività pratiche non vengono effettuate creando una grave lacuna di preparazione nei nostri ragazzi.

C'è da chiedersi quindi, che Scienze Applicate siano se non c'è nessuno che insegni ai ragazzi come applicare ciò che imparano. Di f atto, sarebbe più corretto cambiare nome al corso: da Liceo di Scienze Applicate a Liceo di Scienze Teoriche, ribaltando le finalità con cui tale corso è stato creato.

Occorrerebbe andare oltre ogni tentativo di uniformità (le compresenze non sono infatti presenti nei Licei) quando a rimetterci è la qualità dell'offerta formativa rivolta alle nuove generazioni.

A tal proposito conviene leggere la pagina 12 dell'allegato A al regolamento recante la revisione dei licei il quale cita:

Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni,dovranno:

-aver appreso concetti, principi e teorie scientifiche anche attraverso esemplificazioni operative di laboratorio;

-elaborare l'analisi critica dei fenomeni considerati, la riflessione metodologica sulle procedure sperimentali e la ricerca di strategie atte a favorire la scoperta scientifica;

-analizzare le strutture logiche coinvolte ed i modelli utilizzati nella ricerca scientifica;

-individuare le caratteristiche e l'apporto dei vari linguaggi (storico-naturali, simbolici, matematici, logici, formali, artificiali);

-comprendere il ruolo della tecnologia come mediazione fra scienza e vita quotidiana;

-saper utilizzare gli strumenti informatici in relazione all'analisi dei dati e alla modellizzazione di specifici problemi scientifici e individuare la funzione dell'informatica nello sviluppo scientifico;

-saper applicare i metodi delle scienze in diversi ambiti.

Tecnici

Per quanto riguarda i tecnici, la riduzione ad una sola ora a settimana di laboratorio di chimica e di fisica del primo biennio, sta costringendo la maggior parte dei docenti di laboratorio, ad effettuare solamente lezioni dimostrative dove i ragazzi stanno per lo più a guardare e solamente poche volte prendono parte attiva agli esperimenti. In una sola ora, il tempo necessario per completare le prove di laboratorio non basta: essa infatti, prevede anche una parte teorica che è la lettura e la comprensione del protocollo (i procedimenti sperimentali da effettuare) e il tempo per preparare gli strumenti ed allestire l'esperimento.

Tutto ciò, considerato che a volte molte scuole hanno ore di 50 minuti, rende queste attività praticabili solo dal docente che illustra e compie l'esperimento. Non tutte le attività purtroppo, possono essere divise in due lezioni distanti una settimana dall'altra; quando si riesce a f arlo, viene meno la completa attuazione del programma.

Professionali

Nel primo biennio della maggior parte degli istituti professionali, sono stati finalmente reintrodotti il laboratorio di chimica e di fisica. Tali attività rappresentano il primo impatto con il laboratorio da parte degli studenti che si accingono a frequentare un corso di studi basato sulla formazione della figura di manutentori. Le attività pratiche svolte nel biennio sono quindi la base delle attività pratiche degli anni successivi. In molti istituti professionali, i laboratori di chimica sono presenti, ma nel tempo erano stati trasformati in magazzini. La riforma ha quindi avuto il merito di dare nuovamente vita a queste strutture, ma anche in questo caso vale quanto detto per i tecnici: in una sola ora, il tempo necessario per completare le prove di laboratorio non basta, sp[1]ecialmente nelle classi numerose e con dinamiche comportamentali complesse come quelle presenti negli istituti professionali.

5) che nella scuola secondaria vada inserito esplicitamente il divieto a costituire cattedre a più di 18 ore quando è possibile costituirle anche con 15, 16 o 17 ore

6) che nella quota del 20% riservata all'autonomia ed alla gestione dei corsi professionali IEFP regionali inseriti negli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore   siano favorite le discipline laboratoriali e sia assegnato un consistente numero di ore di insegnamento agli itp delle discipline caratterizzanti il percorso professionale e di studio.