Riflessioni del Coordinamento Precari FLC CGIL di Milano sul documento del 7 dicembre

07.02.2013 12:03

Come Coordinamento dei precari della scuola di Milano ci siamo confrontati sul documento scaturito dall’assemblea del 7 dicembre.

Mettiamo in comune alcune riflessioni:

  1. Nel confronto con i partiti meno ostili al mondo della scuola pubblica, che in campagna elettorale parlano di necessità di rifinanziamento del settore, riteniamo sia utile porre alcune domande di ordine generale:
  • è possibile una politica di investimento nell’istruzione pubblica e, in generale, nel welfare, a fronte dei drastici vincoli di bilancio imposti dalle politiche di austerity europee, vincoli che alcuni di questi partiti hanno sostenuto e votato? A nostro avviso no, ed è quindi necessaria una rinegoziazione.
  • C’è una seria intenzione di rimodulare la spesa pubblica a partire dal taglio delle spese militari e dei costi della politica?
  • C’è l’intenzione di mettere in campo serie iniziative di lotta alla corruzione, all’evasione fiscale e in materia di trasparenza della spesa pubblica?
  • C’è l’intenzione di agire in campo internazionale in favore del varo di una stringente regolazione dei mercati finanziari?

Riteniamo che vadano cercate delle forme di collaborazione con le forzee della società civile che perseguono questi stessi obiettivi.

 

  1. Ai fini di uscire da una discussione che può apparire settoriale riteniamo che sia necessario mettere in evidenza le ricadute che la sottrazione di risorse alla scuola pubblica sta avendo sugli studenti e, in generale, sulla società tutta:
  • La riduzione dell’offerta formativa
  • La tassa più o meno occulta dei “contributi volontari”
  • Il depauperamento culturale dovuto alla riduzione, quando non si tratta di cancellazione, di discipline quali la geografia, l’educazione musicale, la storia dell’arte.
  • L’impoverimento non solo culturale ma, in prospettiva, anche economico della riduzione oraria dei laboratori negli istituti professionali, della cancellazione degli istituti d’arte, elementi essenziali della trasmissione dei saperi professionali.

 

  1. E’ stata sottolineata in particolare l’urgenza di affrontare una revisione profonda della formazione in servizio, percepita come del tutto inadeguata per affrontare le emergenze più pressanti della scuola di oggi (dall’integrazione degli alunni stranieri alla didattica per alunni con DSA, passando per lo stesso aggiornamento della didattica disciplinare). Si desidera una formazione che sia veramente formativa dal punto di vista professionale, che non abbia carattere di frammentarietà ed episodicità.
  • questo tema potrebbe permettere di rilanciare sul tema della produttività, polpetta avvelenata contenuta nell’accordo sugli scatti firmato da CISL, UIL, SNALS e Gilda. Produttività può significare altro rispetto al mero lavoro aggiuntivo offerto a copertura delle attività per cui sono state decurtate le risorse; produttività può significare anche partecipazione a programmi di formazione intensiva (sui quali lo Stato deve investire) da svolgersi magari in periodi di interruzione delle lezioni (la qual cosa potrebbe avere il pregio di disinnescare gli effetti della Legge di stabilità in materia di ferie).
  • In merito alla necessità di fronteggiare le “nuove” urgenze educative e didattiche è  stata avanzata l’ipotesi di proporre l’avvio di percorsi di specializzazione per la didattica per alunni DSA e per l’integrazione degli alunni stranieri. Si tratterebbe di percorsi analoghi a quello del sostegno, con la creazione di profili professionali specifici e relativi canali di reclutamento. La cosa avrebbe il duplice vantaggio  di offrire alle scuole risorse professionali formate per rispondere a bisogni specifici sempre più diffusi, ai lavoratori un più largo spettro di opportunità per la salvaguardia dell’occupazione.

 

  1. Alcune riflessioni sul reclutamento
  • vanno recuperati gli aspetti qualificanti dell’operazione centomila (stabilizzazione su tutti i posti disponibili; contratti a TD triennali, creazione di una sub graduatoria nazionale per l’immissione in ruolo…)
  • Fino al momento in cui entrerà a regime il nuovo regolamento della formazione iniziale (DM 249/2010) va gestita la delicata fase transitoria. Come garantire che, in carenza di posti disponibili, gli interessi degli inseriti in GAE non configgano con quelli dei futuri abilitati dei TFA e con quelli dei docenti non abilitati ma con un lungo periodo di servizio alle spalle?

 

  1. Il rientro dell’iniziativa governativa sull’innalzamento a titolo gratuito dell’orario di lavoro ha, da un lato, determinato un riflusso delle iniziative di mobilitazione. Dall’altro ha lasciato la percezione vivissima di un atteggiamento di ostilità dei recenti governi nei confronti dei lavoratori della scuola pubblica e l’avversione dei lavoratori stessi di fronte a riforme (o pseudo-tali) calate dall’alto senza alcun confronto con chi la scuola la vive. Nasce da alcune scuole del territorio l’idea di ripensare dal basso il tipo di scuola che vogliamo, a partire dal profilo di cittadinanza, oltre che professionale, che deve avere uno studente oggi, dal profilo della professione docente che deve essere arricchita nella formazione continua, nell’innovazione didattica… Il tutto è ancora ad uno stato embrionale, ma potrebbe crescere. La FLC può affiancarsi a questo movimento, sperando possa nascerne un nuovo fervore.

 

  1. Alcune riflessioni sulla prossima contrattazione nazionale:
  • Si devono trovare formule per rendere visibile il tanto lavoro sommerso che caratterizza la professione docente.
  • A uguale lavoro devono corrispondere uguali diritti. Non c’è motivo per cui i lavoratori precari debbano avere minori diritti giuridici ed economici.
  • Troppe volte in quest’ultima legislatura le norme contrattuali sono state cancellate per via legislativa, pratica odiosa oltre che scorretta, perché viola l’elementare principio che i patti sottoscritti vanno rispettati. Alla politica (pensiamo alla giornata del 14 febbraio) va chiesto di tornare sui binari di relazioni sociali più oneste e civili.